La cultura europea spiegata al Giappone nella visione di Alessandro Valignano
Una letture del De Missione Legatorum Japonensium
L’epoca in cui Alessandro Valignano (1539-1606) fu attivo coincide con la definitiva collocazione del Giappone nella cultura europea del tempo. Ciò avvenne nell’ambito del dilatarsi dei confini del mondo conosciuto dall’Europa, uno scenario che produsse anche la necessità di spiegare se stessi ad altri popoli. Non è quindi un caso che la missione dei giovani “principi” giapponesi sia stata concepita da Valignano non solo per annunciare al Papa e alle corti europee il successo dell’opera di evangelizzazione, ma anche per far trasmettere la conoscenza diretta di quel mondo, in altre parole per trarne un’opportunità didattica. Da questo scopo educativo nasce l’opera De missione Legatorum Japonensium, composta in latino per servire da testo di studio nei seminari. Si tratta di un dialogo ambientato nel castello di Arima, proprio nella penisola di Shimabara. Lì, di ritorno da Roma, i giovani ambasciatori, con Chijiwa Miguel come attore protagonista, raccontano le loro esperienze ai loro parenti Leo e Lino, entrambi rampolli per via diretta e indiretta del casato degli Arima, signori della regione. Su questa trama si intrecciano diverse giornate in cui vengono spiegati numerosi dettaglia della società, della cultura e del pensiero religioso che quei giovani avevano visto con i loro occhi. Questo racconto ci offre l’occasione di ripensare il contratto con una cultura diversa, quella europea, dal punto di vista del Giappone nel contesto globale dell’epoca delle grandi navigazioni.
Silvio Vita
Insegna come professore ordinario alla Kyoto University of Foreign Studies. Ha studiato storia e religioni dell’Asia Orientale all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, all’Università di Princeton e all’Università Statale di Kyoto. Dopo avere insegnato a lungo all’Istituto Universitario Orientale e alla Sapienza Università di Roma, dal 2012 si stabilito in Giappone. In precedenza, dal 2001 al 2012 ha ha diretto per due mandati la Scuola Italiana di Studi sull’Asia Orientale di Kyoto. Ora è responsabile dei programmi di ricerca della stessa Scuola ed ha nel contempo un incarico di ricerca sempre come professore ordinario all’Università Statale di Kyoto. Si occupa di storia culturale del Giappone e dei rapporti tra Europa e Giappone. Negli ultimi anni ha partecipato al progetto per lo studio e la digitalizzazione della Collezione Marega della Biblioteca Apostolica Vaticana, documenti amministrativi giapponesi riguardanti il controllo dei discendenti dei cristiani nella regione di Oita (Kyushu), dal 17mo al 19mo secolo.