Il lavoro di Motoaki Ishii dal titolo, Meijiki no Italia Ryūgaku – Bunka juyou to Gogaku shūtoku (Studi in Italia nel periodo Meiji – Ricezione della cultura e apprendimento della lingua), basato sui documenti nuovi, tratta dei giovani giapponesi che cercarono di imparare la cultura italiana anche a rischio della propria vita nell’arco dal 1873 al 1887 e cioè il periodo culla dell’amicizia tra Italia e il Giappone che ha compiuto 150 anni nel 2016. L’autore vorrebbe verificare quanto seriamente i giovani dell’epoca affrontavano la vita.
Si tratta all’inizio di Ghisaburo Igili che andò all’Istituto Internazionale Italiano di Torino all’età di dodici anni continuando a vincere quasi sempre il primo premio per cinque anni e poi di Korenao Ogata che imparò la lingua al capoluogo piemontese insieme con Igili, quindi insegnò la lingua giapponese alla Scuola Superiore di Commercio in Venezia, sposandosi con la veneziana, Maria Serotti, che diede luce alla loro figlia Eugenia Toyo. Sempre a Venezia studiò la pittura Kiyo Kawamura poliglotta, dopo l’esperienza negli Stati Uniti e a Parigi, cercando di creare la nuova arte emulo degli artisti internazionali contemporanei. In fine Moriyoshi Naganuma studiò la scultura all’Accademia di Belle Arti della città lagunare dove vinceva sempre il primo premio, e divenne poi professore alla Scuola di Belle Arti di Tokyo.
Profilo
Motoaki Ishii
Nato nel 1957 a Maebashi, Gumma, laureato in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Tokyo e in Lingua e Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere della medesima università, finisce il corso di Master e quello di Doctor nel 1997 (Ph.D.) entrambe in Storia dell’Arte presso la Graduate School dell’Università di Tokyo. Da ottobre 1990 (come Borsista del Governo Italiano) ad aprile 1997, studia in Italia, tra l’altro al Corso di Perfezionamento presso Classe di Lettere e Filosofia della Scuola Normale Superiore di Pisa (aa.aa. 1993-96). Rientrato in patria lettore all’Università di Belle Arti di Musashino dal 1997 e professore
associato all’Università delle Arti di Osaka dal 1998, insegna come professore ordinario alla medesima università. Campo di ricerca nella Scultura rinascimentale di Venezia e Scambi culturali tra Italia e il Giappone.
Libri: Venezia to Nihon – Bijutsu wo meguru Kōryū, Brücke, Tokyo 1999; Renaissance no Chōkoku, Brücke, Tokyo 2001; 2007; Venezia e il Giappone – Studi sugli scambi culturali nella seconda metà dell’Ottocento, Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, Roma 2004; Meijiki no Italia Ryūgaku, Yoshikawa Kōbunkan, Tokyo 2017
Articoli: “Antonio Lombardo e l’antico: qualche riflessione”, Arte Veneta, 51(1998), pp.6-19; “Guglielmo Berchet e il Giappone”, Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Tomo CLVI(1997-1998)、pp.247-281; ”Vittorio Pica e la critica sull’arte giapponese in Italia”, Annali dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, 58, 3-4(1998), pp.495-518; “Battesimo come Illuminazione – Qualche riflessione sul monumento del doge Giovanni Mocenigo di Tullio Lombardo”, a cura di Matteo Ceriana, Tullio Lombardo – scultore e architetto nella Venezia del Rinascimento Atti del Convegno di studi, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 4-6 aprile 2006, Cierre, Verona 2007, pp. 99-115; “La metamorfosi d’ippocampo: l’antico in Antonio Lombardo e in Jacopo Alari-Bonacolsi detto l’Antico”, a cura di Victoria Avery e Matteo Ceriana, L’Industria artistica del bronzo del Rinascimento a Venezia e nell’Italia settentrionale,
Atti del Convegno Internazionale di Studi, (23-24 ottobre 2007), Scripta edizioni, Verona dic. 2009, pp.135-156; “Kawamura Kiyo among International Artists in Modern Venice”, Saggi e Memorie di Storia dell’Arte, 38 (2014), 2016. 7, pp. 110 – 133
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