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“Dedicato a Giorgio de Chirico”. Recital di Marco Cappelli

Marco Cappelli

In occasione della mostra “Giorgio de Chirico: Metaphysycal Journey”, domenica 15 settembre alle 14:00 l’Istituto Italiano di Cultura di Osaka presenta presso il Kobe City Museum un recital del chitarrista Marco Cappelli.
Il Maestro Cappelli esegue un raffinato programma di composizioni legate, storicamente o spiritualmente, all’artista italiano.
 
 
Marco Cappelli, nato a Napoli e diplomato in chitarra classica presso la Musik Akademie di Basilea, attivo come concertista dalla metà degli Anni ‘90, passa con disinvoltura dall’esecuzione di musica scritta alla pratica dell’improvvisazione, attraversando i confini tra generi musicali.
Ha collaborato con numerosi musicisti italiani e stranieri quali Enrico Rava, Marc Ribot, Giovanni Sollima e Markus Stockhausen.
Attivo compositore, scrive musiche per la danza, il teatro e il cinema. Degno di nota in particolare il film di animazione In The Shadow of No Tower, in collaborazione con il disegnatore Art Spiegelman e l’attore John Turturro.
Ha al suo attivo numerosi dischi per etichette quali Tzadik, Da Vinci e Mode Records, e nel 2022 ha fondato l’etichetta discografica 41st Parallel Records, che stabilisce un ponte musicale tra Napoli e New York, situate sul medesimo parallelo geografico.
 
 
Programma

Anonimo, II sec. a.C.
“Epitaffio di Sicilo”

Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968)
da “Appunti per chitarra”, Libro I: “Gli intervalli”

Ottorino Respighi (1879-1936)
“Variazioni per chitarra”

Gian Francesco Malipiero (1882-1973)
“Preludio”

Elsa Olivieri Sangiacomo (1894-1996)
“Due canzoni italiane per chitarra”

Giorgio Federico Ghedini (1892-1965)
“Studio da concerto”

Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968)
“Capriccio diabolico Op. 85 (Omaggio a Paganini)”
 
 
Ingresso gratuito per i visitatori della mostra. Per informazioni e prenotazioni cliccare qui (sito in giapponese).
 
 
“Note di programma”, di Marco Cappelli

Questo programma musicale dedicato al pittore e scultore Giorgio de Chirico percorre un sentiero lastricato di memorie e riferimenti palesi e nascosti.

Il primo passo muove dalla Grecia, terra natale di de Chirico (nato a Volos nel 1888), con l’Epitaffio di Sicilo, considerato il più antico documento musicale tramandato dal passato: il mistero arcaico suggerito dalla musica modale ci introduce al mondo onirico di de Chirico e alla sua pittura metafisica, ben delineata dalle parole dello stesso artista a commento della sua opera “L’enigma di un pomeriggio d’autunno”:

“Ero appena uscito da una lunga e dolorosa malattia intestinale e mi trovavo in uno stato di sensibilità quasi morbosa. La natura intera, fino al marmo degli edifici e delle fontane, mi sembrava convalescente. […] Il sole autunnale, tiepido e senza amore illuminava la statua e la facciata del tempio. Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta.”

Dunque procediamo, come a riscoprire le forme del creato, lasciandoci guidare dal Libro I degli “Appunti” di Mario Castelnuovo Tedesco – corposa raccolta didattica del grande autore fiorentino –, da cui abbiamo scelto alcuni brani dedicati agli elementi di base dell’arte musicale: gli intervalli.

Ritroviamo così un sentiero che ci porta dal sogno alla realtà contemporanea a de Chirico, ritrovando in musica quella “Generazione dell’Ottanta” (1880) di cui fanno parte Ottorino Respighi e Gian Francesco Malipiero, qui rappresentati rispettivamente dalle “Variazioni per chitarra” e dal “Preludio”. Con Respighi il pittore senz’altro collaborò, disegnando alcuni costumi per la “Lauda per la Natività del Signore”, e probabilmente conobbe sua moglie Elsa Olivieri Sangiacomo, che nella suddetta opera interpretò il ruolo di Maria; ci piace includere in questo programma le sue “Due canzoni italiane”, a testimonianza della genialità femminile tanto spesso oscurata nella storia dell’arte da una cultura patriarcale oggi finalmente in discussione.

Il quadro contemporaneo è completato dallo “Studio da concerto” di Giorgio Federico Ghedini, ascrivibile per cifra stilistica e biografia al medesimo humus culturale di cui de Chirico faceva parte: qui sembra infatti di ascoltare i manichini di de Chirico, in movimento dietro la quinta teatrale distorta di armonie sognate e subito sfuggite.

Chiude il programma Mario Castelnuovo Tedesco con il “Capriccio diabolico (Omaggio a Paganini)”, a rappresentare l’ultima tappa della pittura di de Chirico, che intorno agli anni ’50 del Ventesimo secolo abbandonò l’arte metafisica per ritrovare un percorso neoclassico; sempre con grande classe e maestria, a dispetto dell’opinione negativa della critica.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Osaka
  • In collaborazione con: Kobe City Museum